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Natale 2022

Non esiste un Natale, esistono tanti natali, tanti quanti siamo noi. Ci sono natali attesi e sognati, natali evitati, natali odiati, natali tristi…  Nella mia vita ho vissuto tanti Natali diversi. Il Natale colmo e ricco l’anno in cui è nato Giuseppe, il Natale speranzoso, l’anno in cui lo hanno operato, il Natale assaporato in ogni istante quando sapevamo che non sarebbe stato più con noi l’anno seguente, il Natale con il vuoto dentro, il primo senza di lui…  So che tra di voi ci son persone che sanno esattamente di cosa parlo, perché uno di quei Natali è il loro proprio quest’anno.  Non è facile trovare un augurio che vi abbracci tutti. Augurare felicità sa di scherno a chi sta per perdere qualcuno o ha perso qualcuno da poco. Potrei augurare salute e serenità, ma per qualcuno è un miraggio lontano.  Potrei augurarvi di avere pazienza e fiducia perché io lo so che il buio si dissipa prima o poi.  Potrei augurarvi di vivere il momento di non guardare al passato o angosciarvi per il fu

Quel sorriso di circostanza

Quando è morto Giuseppe, le persone che mi circondavano erano addolorate o nel dolore con me.  Il mio dolore era riconosciuto, accettato, condiviso dalle persone vicino a me. Chi mi incontrava non si aspettava che io sorridessi, tutti coloro che avevo intorno conoscevano la mia storia, se sorridevo era un sorriso sincero… magari triste perché il dolore era vivo, recente, ma non esisteva il sorriso di circostanza.  Con orgoglio e forza, forse anche un po’ di rabbia, non mi curavo di “nascondere” la morte di Giuseppe. A chi mi chiedeva “ come stai ?” Rispondevo con la verità disarmante, lasciando senza parole. “ Il mio dolore non è nulla confronto al loro disagio ”. Questo pensavo e questo penso tutt’ora.  Il mio dolore però era considerato legittimo perché era passato poco tempo dalla morte di Giuseppe. Negli occhi delle persone poteva esserci disagio, ma spesso anche affetto ed empatia.  Chi aveva vissuto con noi la malattia e la morte di Giuseppe si era messo in pausa per noi, av

La solitudine di un genitore in lutto

Sono passati molti anni dalla morte di Giuseppe, almeno per la stragrande maggioranza della gente 8 anni sono tanti. Non è un male, ed è assolutamente naturale, che per molti Giuseppe sia solo un bel ricordo e che non faccia più male. È naturale che non ci siano più per loro eventi che portino alla mente la sua immagine. Per me e per il suo papà è molto diverso. Paradossalmente ci sono momenti in cui fa più male di otto anni fa. Fa più male perché siamo più soli nel nostro dolore. Quando Giuseppe è morto sentivamo che non eravamo così soli a soffrire, anche se il dolore non era lo stesso, tante persone soffrivano con noi, capivano immediatamente che le nostre reazioni potessero essere legate a quel dolore. Inoltre le persone intorno a noi al momento della morte di Giuseppe erano persone che sapevano tutto. Non dovevo spiegare, non dovevo raccontare, erano a conoscenza del nostro vissuto. Oggi invece conosciamo nuove persone che non sanno nulla. Ci troviamo spesso a dover decidere se