Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da novembre, 2015

Combatterei

Io sono pacifista... sono pacifista fin nel midollo. Sono di quelle del porgere l'altra guancia se mi fai del male, del perdonare se mi calpesti. Sono pacifista e odio le armi, odio ogni tipo di violenza: fisica e verbale. Si sono pacifista, ma sono anche realista e con un senso civico altissimo. Qui non si tratta di me, qui si tratta della nostra cultura, del futuro dei nostri figli. Io sono pacifista con un cervello pensante... qualcuno dice che mi faccio seghe mentali, ma mi piace capirle le cose. Voglio sapere da dove nasce questo odio contro l'Occidente e voglio sapere perché le persone cresciute qui, magari proprio italiane, francesi o inglesi, scelgono di convertirsi all'odio. Dico all'odio perché qui si va al di là della religione. Le religioni cercano il bene dell'uomo e non il male. Un movimento che vuole il male in nome di Dio non è religione è fanatismo (di qualsiasi matrice sia). Voglio sapere perché si convertono perché se noi non ci poniamo questa

Farli rivivere

Tempo fa accompagnai una persona da Franco (per chi non lo sapesse è un uomo speciale che ha un rapporto speciale con Dio, a cui la gente spesso va a chiedere aiuto). Mentre attendevo in disparte poiché non mi interessava "passare" venne a sedersi vicino a me una donna che continuava a piangere disperata. Mi chiese se questo Franco fosse speciale come dicono. Io mi trovai in imbarazzo, le dissi che molti riferivano di essere stati aiutati da lui e le chiesi cosa cercasse. Mi disse che cercava pace, che cercava risposte perché la sua unica figlia era morta. Io ero per lei una sconosciuta, eppure lei si aprì in modo così totale. A quel tempo non ero madre e non sapevo che la vita mi avrebbe riservato lo stesso destino. Volevo consolarlo, dirle qualcosa che potesse aiutarla ad affrontare quel grande dolore, uno scopo nuovo per vivere. Le chiesi di raccontarmi di sua figlia. Mi disse che era bella, solare e impegnata ad aiutare, se non ricordo male i bambini. All'udire quelle

10 cose da non fare con chi ha perso un figlio

Durante la malattia di Giuseppe e dopo la sua morte, mi son sentita dire cose che preferirei proprio non sentirmi dire. So che chi lo fa le dice non per offendere, ma con l'intento di aiutare o confortarmi, ma al contrario irritano o intristiscono. Il mio non è un giudizio, ma un invito a riflettere: pensate a chi state parlando. Questo post non è politicamente corretto, ma estremamente sincero. So che avere a che fare con me può non essere semplice, ma pensate mica che la mia vita sia semplice? So che di fronte a me molti sono in imbarazzo e in difficoltà nel non sapere che fare o che dire, ma è niente in confronto alle nostre difficoltà di ogni giorno. Io non penso di essere cattiva nello scrivere queste cose, voglio solo farvi capire cosa proviamo noi genitori che perdiamo un figlio. Ogni dolore è diverso e ha una sua dignità e forse in queste cose ci si trova anche qualcun altro, ma sicuramente mi ci trovo io ogni giorno. Poi ammetto che alcune cose le accetto da chi mi è vi

Occhi bagnati

E ci sono giorni in cui tutto ti fa venire in mente lui. Ogni cosa che vedi rimanda a un episodio, ogni cosa che leggi ti parla di lui, ogni canzone che ascolti esprime il tuo dolore. In questi giorni passi dal sorriso al pianto, con una malinconia di fondo. Una tristezza del cuore che niente riesce a toglierti. Una voglia di fuggire, ma dove vai? Quel dolore te lo porti dietro in ogni luogo della terra. Non ti chiedi perché, ma vorresti annullarti... e piangere... e che il dolore si plachi un minuto, ma non lo fa mai. Sai che ci devi convivere in ogni istante della tua vita futura. Sai che a volte lo sentirai meno, altre di più, ma sarà sempre lì, pronto a emergere quando meno te lo aspetti. Vuoi essere forte per onorare lui è ciò che ti ha insegnato. Ma a volte non ce la fai. Hai bisogno di crogiolarti in quel dolore... solo un po', per sfogarti. E poi dici "ora basta!" Ti asciughi le lacrime e torni alla vita. Sorridendo, ridendo, vivendo... Ma dietro quel sorriso e

Sospiri

I miei giorni si distinguono tra quelli buoni e quelli in cui ti manca terribilmente qualcosa. E sai esattamente chi è! So che la vita mi riserverà periodicamente di questi giorni, una mamma che perde un figlio non smetterà mai di sentirne la mancanza, a volte inconsapevolmente si sentirà malinconica, ma se ci pensa avrà avuto un flash, avrà visto qualcosa che le ha rinnovato quel senso di vuoto dentro. E così vi capiterà di vedermi sorridere e improvvisamente vedrete il mio sguardo nel vuoto... assorta... sto pensando a lui. Al mio splendido bambino e al suo sorriso. E come faceva lui, quando sarò  pronta, sospirerò e riprenderò a sorridere con voi.