Quest’anno sto leggendo un libro sulla resilienza, libro consigliatomi per la preparazione della tesi di tirocinio dalla mia professoressa, che ringrazio.
Nella mia vita mi sono spesso chiesta perchè io abbia reagito in modo del tutto diverso da altre mamme di fronte alla perdita di mio figlio. I fattori sono sicuramente molti, ma la resilienza è la somma di tutto.
Ho letto di mamme che non preparano l’albero con i figli vivi perché non sopportano il dolore, di mamme che si colpevolizzano perché gioiscono come se tradissero la memoria del figlio morto, mamme che si perdono, che dichiarano di aver smesso di vivere quel giorno.
Io no. Io preparo l’albero con Marianna perché voglio collezionare ricordi con lei e godermi ciò che la vita mi da, piuttosto che preservarmi dal dolore. Io nel dolore ci vivo, lo attraverso ogni giorno, ma non voglio rinunciare alla vita per paura del dolore. Idem Sebastiano al mio fianco.
Da sempre noi festeggiamo ogni volta che possiamo, ridiamo e scherziamo, e non pensiamo di tradire la memoria di Giuseppe, semmai lo onoriamo perché lui ci ha insegnato così. Ecco un aspetto che ci porta ad essere resilienti, dare un senso a ciò che viviamo. Il dolore ha un senso per noi, ci insegna a vivere e a godere della vita.
La resilienza non è annullare il dolore o rimuoverlo, ma saperlo attraversare. La resilienza cresce con noi. La impariamo da chi è stato resiliente e ci ha mostrato che il dolore non ha l’ultima parola.
Io auguro a tutti voi di essere resilienti, di trovare mentori della resilienza che vi mostrino che la vita può essere promettente nonostante tutto.
La speranza davvero non deve mai morire perché la vita ci sa sorprendere se solo le diamo la possibilità di farlo.
Un augurio sincero a tutti voi di un Natale vissuto collezionando ricordi belli, di un anno ricco di occasioni da cogliere senza paura.
E se la vita dovesse mettervi di fronte alle prove, vi auguro di affrontare tutto e poter un giorno rileggere la vostra storia dando un senso al dolore.
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