Passa ai contenuti principali

Sono una pessima madre

Ormai è assodato: sono una madre pessima!
Sono pessima perché non mi preoccupo troppo di non dare schifezze da mangiare a mia figlia.. se vuole mangiare una caramella gliela do, due no. Senza contare le patatine, i ghiaccioli, fritti vari... 
Sono una pessima madre perché le lascio guardare i video sul tablet o sul cellurare! Anzi, santi video quando sei in auto o devi cambiarti e tua figlia è una cozza che si stacca solo guardando Masha! 
Sono una pessima madre perché mia figlia la faccio uscire, sempre, col caldo o col freddo, e se non vuole mettere la giacca pazienza... se ha freddo la chiederà!
Sono una pessima madre che la fa bagnare durante il temporale e la lascia pure saltare nelle pozzanghere!
Sono una pessima madre perché la lascio dormire con noi nel lettone. E mi godo pure la sua presenza! (Quasi sempre)
Sono una pessima madre perché se usciamo a cena non mi porto dietro pappe e pappette... qualcosa mangerà... e se non mangia c’è Santa tetta.
Sono una pessima madre perché le do la tetta a richiesta! 
Sono una pessima madre perché la parola no esce dalla mia bocca in quantità industriali!
Sono una pessima madre perché le compro roba cinese!
Sono una pessima madre perché non ho mai ordine in casa!
Sono una pessima madre perché la porto sul passeggino (abominio per le talebanportatrici) o in fascia-braccio (vizi per le non portatrici)
Sono una pessima mamma perché la curo con la Santa Tachipirina, il santo Sciroppo e ogni farmaco dal medico prescritto. E magari a volte mi dimentico pure di darle il farmaco all’ora prestabilita.
Sono una pessima madre perché non mi preoccupo se è malata per un’influenza, ma mi preoccupo molto se cade in modo strano.
Sono una pessima madre perché se la affido a qualcuno che ho scelto, vivo serena e felice senza farmi problemi che rispettino il mio piano alimentare, di alternanza sonno veglia o di gioco montessoriano... facciano ciò che ritengono meglio, niente è fondamentale, solo che vogliano bene a Marianna. 
Sono una pessima madre perché lascio che mia figlia tenti e cada... e se succede, beh succede, ci si rialza e via!
Sono una pessima madre perché vorrei tanto che prendesse il ciuccio in alcune notti di tettaparty. 
Sono una pessima madre per mille motivi, motivi che ci fanno sentire pessime perché le mamme giudicano le altre mamme in base al loro operato. E allora se ti discosti dai dettami delle mamme di una corrente o dell’altra, ecco che addosso ti senti lo sguardo di disapprovazione accompagnato dalle parole “a beh certo ognuno fa quello che vuole col proprio figlio” detto in quel tono sprezzante e giudicante che le mamme sanno usare. 
Perché deve essere “o tutto o niente”. Se sei mamma portatrice, il passeggino è bandito. Se sei sostenitrice dell’allattamento al seno fino al naturale distacco, guai a usare il ciuccio. Tasto dolente l’alimentazione: supercontrollata e guai a dare zucchero perché è veleno, guai se si abituano al gusto dolce! (Beh il mio latte è iperdolce, o la natura mi ha proprio fatta male o il latte materno in generale dovrebbe essere bandito perché abitua i piccoli al “dolce”). 
Mi sembra che più ci evolviamo, più ci riempiono la testa (scusate l’espressione) di seghe mentali! E se non ti informi, non ti preoccupi, non ti complichi la vita, beh, sei una pessima madre! 
Chi come me vive serena pensando che tutto si aggiusti se non è una malattia grave, si sente un pesce fuor d’acqua perché da questo circolo vizioso delle seghe mentali vuole stare fuori. Forse ho ben presente che cosa è il male, quello vero, e nulla di tutto il resto mi sembra grave: unica regola: il buon senso! 
Una caramella non fa male, il ciuccio non uccide nessuno, neanche il latte artificiale o dormire nel lettone. 
Tutto nel rispetto delle esigenze del bambino e dei genitori. Ogni bambino è diverso, ogni mamma è diversa e ogni padre è diverso. 
Un tempo le mamme erano consapevoli di fare ciò che potevano... consapevoli della loro fallibilità, si fidavano di medici e insegnanti e si affidavano a loro. Oggi le mamme devono essere tuttologhe (o vogliono esserlo?) saperne più dei medici e più degli educatori. Devono controllare ogni aspetto della vita dei figli (quando sono piccoli almeno), e chi, come me, non ne sente la necessità perché si fida e affida a persone di fiducia, si sente una pessima madre. 
Per la società mammense tutta IO SONO UNA PESSIMA MADRE. Ma sarà Marianna a dirmelo, quando sarà adulta. 
Devo imparare a tacere quando le mamme discutono di cose FUTILI... mordermi la lingua, ma sapete che faccio fatica. E sapete anche che sono politicamente scorretta e se trovo una Talebanmamma che insiste che il ciuccio è il male per i bambini, e insiste, e insiste, la frase “il ciuccio non è un tumore al cervello” poi mi esce.
Pessima madre e per di più politicamente scorretta... che sfortuna per la mia dolce e tenera Mariannina! 



Commenti

Post popolari in questo blog

10 cose da non fare con chi ha perso un figlio

Durante la malattia di Giuseppe e dopo la sua morte, mi son sentita dire cose che preferirei proprio non sentirmi dire. So che chi lo fa le dice non per offendere, ma con l'intento di aiutare o confortarmi, ma al contrario irritano o intristiscono. Il mio non è un giudizio, ma un invito a riflettere: pensate a chi state parlando. Questo post non è politicamente corretto, ma estremamente sincero. So che avere a che fare con me può non essere semplice, ma pensate mica che la mia vita sia semplice? So che di fronte a me molti sono in imbarazzo e in difficoltà nel non sapere che fare o che dire, ma è niente in confronto alle nostre difficoltà di ogni giorno. Io non penso di essere cattiva nello scrivere queste cose, voglio solo farvi capire cosa proviamo noi genitori che perdiamo un figlio. Ogni dolore è diverso e ha una sua dignità e forse in queste cose ci si trova anche qualcun altro, ma sicuramente mi ci trovo io ogni giorno. Poi ammetto che alcune cose le accetto da chi mi è vi

Cuore di mamma....

La condizione di una mamma che ha perso un figlio è una condizione difficile da capire. Così come è difficile da comprendere, lo è anche spiegarla. Io però ci provo perché amo le sfide impossibili.  È una condizione per i più irreale, fatta di contrasti. Passiamo dal dolore alla gioia, dalla malinconia alla speranza, dal pianto al riso.  Allo stesso tempo possiamo provare emozioni positive e negative.  Tutto ciò mi è stato ancor più chiaro quando è nata Marianna. Avere un altro figlio ti fa gioire immensamente, è l’arcobaleno che solca il cielo tornato sereno. Sicuramente la vita ha nuovo senso con la nascita di un nuovo figlio. Immagino che per chi avesse già figli quel senso rimanga e quella gioia per la loro vita sia forte in ogni genitore.  Eppure.... Eppure ti rimane il cuore pesante, un peso nero che non ti abbandona mai.  Immaginate il nostro cuore come un entità infinita, come infinito è l’amore di una madre, un cuore che ad ogni figlio si dilata proprio perché non si ama un fi

Quel sorriso di circostanza

Quando è morto Giuseppe, le persone che mi circondavano erano addolorate o nel dolore con me.  Il mio dolore era riconosciuto, accettato, condiviso dalle persone vicino a me. Chi mi incontrava non si aspettava che io sorridessi, tutti coloro che avevo intorno conoscevano la mia storia, se sorridevo era un sorriso sincero… magari triste perché il dolore era vivo, recente, ma non esisteva il sorriso di circostanza.  Con orgoglio e forza, forse anche un po’ di rabbia, non mi curavo di “nascondere” la morte di Giuseppe. A chi mi chiedeva “ come stai ?” Rispondevo con la verità disarmante, lasciando senza parole. “ Il mio dolore non è nulla confronto al loro disagio ”. Questo pensavo e questo penso tutt’ora.  Il mio dolore però era considerato legittimo perché era passato poco tempo dalla morte di Giuseppe. Negli occhi delle persone poteva esserci disagio, ma spesso anche affetto ed empatia.  Chi aveva vissuto con noi la malattia e la morte di Giuseppe si era messo in pausa per noi, av