Ultima ora a scuola, classe prima. "Prof. Ma perché il trattore la rappresenta? Ci hanno detto che ne ha uno tatuato, è vero?"
Certamente non entro in classe dicendo "oh ragazzi! Ho perso un figlio!". Ma di fronte alle domande non posso che rispondere. Non mi piace fare la preziosa.. e in fondo non fa parte del mio carattere.
E così racconti cosa vuol dire quel trattore con la G sul collo.
Silenzio.
Una mano alzata.
"Prof. Io ho perso la mamma di tumore!"
Inizia così un dialogo e un confronto sul dolore di ognuno di loro. Tutti vogliono raccontare i loro momenti di tristezza. Alcuni con le lacrime... altri meno. Da oggi credo che quella classe sarà più unita. Certo non ho fatto lezione... ma oggi ho imparato. Un prof deve fare anche quello.
Molti mi chiedono come faccio, come ho fatto: " ma come hai fatto ad affrontare tutto e sorridere?" "Come hai fatto a non crollare?". Da queste domande ho cercato di riflettere e capire cosa mi ha permesso di affrontare il dolore in modo diverso da molti altri. Dico in modo diverso perché la sofferenza c'è, ma è il modo di gestirla che ci rende persone serene o infelici. 1. La cosa principale è concentrarsi sul presente. Non rimuginare su quello che è stato e neanche preoccuparsi troppo per il futuro. Lo so, è una banalità, ma davvero poche persone lo sanno fare seriamente. Molti si trovano a cena con amici e pensano al problema di lavoro che li aspetta il giorno dopo, oppure all'occasione mancata della settimana prima. Il risultato: si lamentano, non riescono a divertirsi e rovinano la serata a sè e agli altri. 2. Concentrarsi sul presente non vuol dire smettere di piangere per una mancanza o un dolore grande come il mio. Mentirei se dicessi c...
sei meravigliosa
RispondiEliminaGrazie Cristina... ❤
Elimina