E ci sono giorni in cui tutto ti fa venire in mente lui. Ogni cosa che vedi rimanda a un episodio, ogni cosa che leggi ti parla di lui, ogni canzone che ascolti esprime il tuo dolore.
In questi giorni passi dal sorriso al pianto, con una malinconia di fondo. Una tristezza del cuore che niente riesce a toglierti. Una voglia di fuggire, ma dove vai? Quel dolore te lo porti dietro in ogni luogo della terra.
Non ti chiedi perché, ma vorresti annullarti... e piangere... e che il dolore si plachi un minuto, ma non lo fa mai. Sai che ci devi convivere in ogni istante della tua vita futura. Sai che a volte lo sentirai meno, altre di più, ma sarà sempre lì, pronto a emergere quando meno te lo aspetti.
Vuoi essere forte per onorare lui è ciò che ti ha insegnato. Ma a volte non ce la fai. Hai bisogno di crogiolarti in quel dolore... solo un po', per sfogarti. E poi dici "ora basta!" Ti asciughi le lacrime e torni alla vita. Sorridendo, ridendo, vivendo... Ma dietro quel sorriso e quella risata ci sarà sempre un ombra che potrai vedere nei miei occhi. Occhi magnetici, occhi che conoscono la sofferenza, occhi che possono inghiottirti nel loro dolore. Pochi sanno sostenerne lo sguardo, perché pochi vogliono conoscere la sofferenza che racchiudono, la maggior parte delle persone guardano il mio sorriso, perché più rassicurante dei miei occhi.
Quando è morto Giuseppe, le persone che mi circondavano erano addolorate o nel dolore con me. Il mio dolore era riconosciuto, accettato, condiviso dalle persone vicino a me. Chi mi incontrava non si aspettava che io sorridessi, tutti coloro che avevo intorno conoscevano la mia storia, se sorridevo era un sorriso sincero… magari triste perché il dolore era vivo, recente, ma non esisteva il sorriso di circostanza. Con orgoglio e forza, forse anche un po’ di rabbia, non mi curavo di “nascondere” la morte di Giuseppe. A chi mi chiedeva “ come stai ?” Rispondevo con la verità disarmante, lasciando senza parole. “ Il mio dolore non è nulla confronto al loro disagio ”. Questo pensavo e questo penso tutt’ora. Il mio dolore però era considerato legittimo perché era passato poco tempo dalla morte di Giuseppe. Negli occhi delle persone poteva esserci disagio, ma spesso anche affetto ed empatia. Chi aveva vissuto con noi la malattia e la morte di Giuseppe si era messo in pausa per noi, av
"Coloro che ci hanno lasciato non sono degli assenti, sono degli invisibili, tengono i loro occhi pieni di gloria fissi nei nostri colmi di lacrime. " Sant'Agostino. Mi è piaciuta tanto questa affermazione. Forse tramite i tuoi occhi rivive la sua degna voglia di vivere.
RispondiEliminaio ho subito un lutto certamente meno forte del tuo... ho perso il mio piccolo un'ora dopo la nascita... ma mi ritrovo perfettamente nelle tue parole.... grazie!
RispondiEliminaOgni lutto è dolore. E quel "e se fosse" o "come sarebbe" sicuramente ti accompagnerà e ci accomunerà sempre. Un abbraccio
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